Il punto di partenza per la creazione dell’olio di CBD è la canapa. Le piante, una volta mature, vengono raccolte, macerate e lavorate. Il passaggio successivo è estrarre il CBD, in modo da isolarlo dagli altri componenti. Esistono diversi processi che hanno come risultato la separazione del cannabidiolo, in internet si trovano molti siti che promuovo anche metodi casalinghi per produrre il miglior olio di CBD, tuttavia bisogna fare attenzione perchè il prodotto finale potrebbe avere bassa qualità e, soprattutto, potrebbe non essere sicuro.
Come viene estratto il CBD e come viene fatto l’olio di CBD
L’olio di CBD in vendita viene realizzato utilizzando processi di estrazione e lavorazione in grado di creare un prodotto di elevata qualità, con alta percentuale di cannabidiolo e sicuro per l’organismo. Tra i metodi impiegati per ottenere un olio con elevate concentrazioni di CBD ci sono la winterizzazione, la distillazione molecolare e l’estrazione con CO2 supercritica.
Il processo di Winterizzazione
Il processo di Winterizzazione ha come scopo quello di rimuovere grassi, lipidi e altri composti indesiderati presenti nell’olio. La rimozione di queste sostanze permette di ottenere un olio di CBD di qualità superiore. Il metodo richiede l’utilizzo di etanolo o di un altro solvente polare. La temperatura della soluzione viene abbassata in modo da separare i lipidi. Successivamente vengono effettuati dei passaggi di filtrazione per eliminare le sostanze inutili. Infine, la miscela rimanente viene scaldata per far evaporare l’alcol. Il prodotto finale è un olio dal colore trasparente e con alta percentuale di cannabidiolo.
Il processo di distillazione molecolare a percorso breve
La distillazione molecolare a percorso breve permette di estrarre a partire dalla pianta della canapa tutti i suoi componenti. Si può isolare il CBD in laboratorio senza dover utilizzare macchinari costosi, ma semplicemente conoscendo le leggi della chimica. Il prodotto ottenuto può avere una purezza molto elevata vicina al 99%. Si parte da una soluzione liquida posta in un pallone di evaporazione, lentamente viene aumentata la temperatura fino a raggiungere il punto di ebollizione del CBD. Una volta creati i vapori con CBD, questi vengono aspirati in un’unità di condensazione. Il passaggio successivo consiste nell’abbassare la temperatura e trasformare i composti dallo stato gassoso a quello liquido.
Estrazione subcritica con CO2
L’estrazione subcritica richiede un'apparecchiatura sofisticata e del personale specializzato in grado di utilizzarla; si tratta di un processo costoso, ma che offre ottimi risultati, oltre ad essere eco-friendly.
Questo metodo funziona utilizzando il principio della saturazione. Viene inserita CO2 liquida fino a quando non si raggiunge il punto di equilibrio. Questo passaggio serve a separare il cannabidiolo dal materiale vegetale. Lo step successivo consiste nell'aumentare la temperatura e contemporaneamente abbassare la pressione. In questo modo la CO2 passa allo stato gassoso e nel composto rimane solo il cannabidiolo. L’estrazione subcritica con CO2 è uno dei metodi più utilizzati per realizzare l’olio di CBD che si trova in commercio in Italia.
Conclusione: l’estrazione con solventi non è la migliore!
Un ulteriore metodo per estrarre il CBD prevede l’estrazione del composto con l’utilizzo di solventi. La pratica è sicuramente veloce ed economica, bisogna versare un prodotto come butano o etanolo direttamente sulla canapa. Questo sistema casalingo è molto rischioso, in quanto le sostanze usate sono altamente infiammabili ed inoltre, possono non evaporare completamente e rimanere all’interno dell’olio, causando danni all’organismo.
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