L’olio contenente cannabidiolo può essere usato per alleviare il dolore, per contrastare la nausea o per le sue capacità antinfiammatorie. Ma come sfruttare al meglio le sue proprietà? Si può solo ingerire o, come altri oli, può essere applicato sul corpo o aggiunto alle ricette in cucina? Ecco una breve guida sui diversi metodi di utilizzo del miglior olio di CBD.
Metodo sublinguale
Il metodo sublinguale è sicuramente il più conosciuto ed utilizzato. Per ottenere i migliori benefici bisogna porre alcune gocce di olio sotto la lingua e aspettare un paio di minuti prima di deglutire. E’ consigliabile non bere, mangiare o fumare nei 5 minuti successivi.
Molte persone preferiscono questa metodologia in quanto gli effetti del cannabidiolo si avvertono in poco tempo, infatti il composto attraverso i capillari presenti nella bocca può passare immediatamente nel sangue. Gli svantaggi dell’assunzione sublinguale sono che si sente il sapore dell’olio, che alcuni definiscono sgradevole, e che almeno all’inizio può risultare complicato il dosaggio preciso delle gocce.
Mescolare l’olio di CBD con il cibo
Le persone a cui non piace assumere l’olio puro, possono mescolarlo insieme al cibo. Una buona idea, ad esempio, è di aggiungere qualche goccia allo yogurt o, perchè no, nell’insalata. Chi pensa che questo metodo si adatti meglio alle sue abitudini di vita e ai suoi gusti deve ricordare alcune semplici regole:
- Non utilizzare l’olio mentre si sta cuocendo a fiamma viva;
- Aggiungerlo possibilmente a crudo al termine della preparazione;
- Inserire tra gli ingredienti della ricetta olio d’oliva o di cocco, in quanto essendo l’olio di CBD liposolubile, si amalgama meglio in presenza di altri alimenti grassi;
- Fare attenzioni alle dosi, iniziare solo con poche gocce e poi aumentare se necessario.
Applicare l’olio di CBD sulla pelle
L’olio di cannabidiolo può essere utilizzato anche per uso topico, se applicato su una zona dolorante può penetrare direttamente nella pelle e svolgere al meglio la sua funzione antinfiammatoria e antidolorifica. Inoltre, sono stati condotti alcuni studi che fanno ben sperare sull’uso dell’olio di CBD per contrastare due importanti patologie della pelle, la psoriasi e la dermatite seborroica. In uno studio condotto nel 2020 da due dottoresse italiane, si è osservato che l’utilizzo di uno shampoo contenente CBD, permetteva in sole due settimane di migliorare l’infiammazione al cuoio capelluto causata dalla psoriasi.
Infine, sul mercato si trovano creme contenenti CBD, solitamente combinate con altri prodotti naturali o con ingredienti idratanti, che sono consigliate per ottenere una pelle sana e luminosa.
Ingerire l’olio di CBD in forma di capsule
In commercio esistono anche delle capsule in gelatina morbida con all’interno CBD. Si tratta di un modo semplice di introdurre il principio attivo, in quanto è facile conoscere con precisione la dose di composto che si assume ed inoltre, sono insapori e facilmente digeribili. Solitamente questo è il metodo preferito dalle persone che non amano il sapore dell’olio puro.
Chi sceglie questa opzione deve ricordare che in questo caso il cannabidiolo verrà assimilato a livello dello stomaco e quindi, i suoi effetti si avvertiranno dopo circa 30 minuti dopo aver ingerito la capsula, a differenza del metodo sublinguale, in cui si ha un effetto immediato.
Conclusione: Qual è il modo migliore di usare l’olio di CBD?
Non esiste una risposta univoca a questa domanda, sicuramente il metodo sublinguale è quello più conosciuto e utilizzato perché permette di avere benefici in breve tempo, ma gli altri rappresentano delle valide alternative per chi non ama la consistenza o il sapore dell’olio. L’utilizzo topico invece, è l'alternativa migliore per chi soffre di prurito, acne o problemi di tipo dermatologico.
Studi:
N. Derakhshan, M. Kazemi, ‘Cannabis for Refractory Psoriasis-High Hopes for a Novel Treatment and a Literature Review’, Current Clinical Pharmacology, 11(2): 146-147.
C. Vincenzi, A. Tosti, ‘Efficacy and Tolerability of a Shampoo Containing Broad-Spectrum Cannabidiol in the Treatment of Scalp Inflammation in Patients with Mild to Moderate Scalp Psoriasis or Seborrheic Dermatitis’, Skin Appendage Disorders, 2020, 6(6):355-361.
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